Le prime fasi di creazione, dalla piastra alla testa!
Il taglio e lo svuotamento.
La sfida del montaggio della coda.
La lunga e difficile fase dell’essiccamento.
Una delle 3 rotture dovute al diverso ritiro delle parti che hanno provocato la perdita di equilibrio della scultura e le conseguenti 3 rovinose cadute!
Lopera finita è stata esposta alla sala Lawrence di Tarquinia per tutto il mese di maggio 2019.
IL PAVONE “MI PIACE”
Ogni cosa, gesto, essere del mondo ha una dimensione simbolica. Il simbolo è il legame del particolare con il proprio significato generale, e il significato ( dal lat. significatus -us che vuol dire «senso, indizio» ) è l’indizio che lo relaziona con il senso profondo della nostra vita.
Parlare di simbolo dell’ottavo peccato oltre ad essere pretestuoso, è sicuramente impossibile, dato che i simboli per essere riconosciuti tali hanno bisogno di una sedimentazione culturale. Dunque la scultura proposta è intesa come un collage di diversi elementi che portano lo spettatore a fare le sue conclusioni, lasciando aperte diverse interpretazioni, sia positive che negative.
La scultura non rappresenta un animale, bensì una sorta di grillo medievale, una summa di parti che esprime un concetto ben più complesso. Sebbene a prima vista ciò che colpisce è la bellezza sgargiante del pavone, lo spettatore è immediatamente distratto da altri elementi che lo portano lontano dalla bellezza benefica degli animali che ci arricchisce per il loro aspetto estetico delle loro forme e dei colori che riempiono l’anima di gioia.
Il pavone grazie alle sue caratteristiche fisiche, simboleggia per la bellezza delle sue piume è anche un simbolo di orgoglio e vanità. Quest’uccello richiama l’identità sostanziale di tutte le manifestazioni, ma nello stesso tempo la loro fragilità, poiché esse appaiono e scompaiono così rapidamente come il pavone mostra la ruota e la richiude, e nei colori cangianti del suo piumaggio.
Il pavone è noto come l’uccello dai cento occhi. Gli occhi, nel suo piumaggio rappresentano le stelle, l’universo, il sole, la luna, e la “volta celeste”. Qui gli occhi sulla sua coda vengono umanizzati e rappresentano l’occhio della rete, l’occhio cibernetico che ci controlla e che ci spinge inconsciamente a controllare a nostra volta il vicino. Gli occhi umani siamo noi che avidamente sbirciamo attraverso i social le persone che ci circondano, le persone che ci interessano, sentendoci al sicuro dietro la nostra maschera. l’occhio è una parte di noi, non siamo noi! l’occhio del social è un nuovo senso avido di feedback.
In Alchimia, antica disciplina dedita al perfezionamento spirituale, la coda del pavone simboleggia una fase alchemica, ovvero uno dei passaggi necessari per compiere la trasmutazione di se stessi. I molteplici colori della coda simboleggiano infatti l’Albedo, la fase bianca data dall’unione di tutte le gradazioni luminose. Secondo altre interpretazioni simboleggia invece il fallimento del processo alchemico.
La vanità espressa dal pavone è ciò che ci distrae dalla vera essenza del nostro animo. Se si dedica troppo tempo a vanità, ricerca del feedback e manie di controllo ossessivo si perde di vista il SE intimo. Per Boccaccio “la voce del pavone è sonora e orribile” e nei Bestiari era portatore di vanità e alludeva alla concupiscenza, la “maschera di bellezza”, rappresentata dal pavone, spesso non corrisponde alla bellezza interiore, che come nel caso della voce del favoloso animale, risulta sgraziata.
L’attenzione umana ha un limite, l’uomo è un essere finito che ha dei tempi precisi per concentrazione e cura di se stesso, deviarlo da tale pratica può essere un peccato?